giovedì 9 ottobre 2014

Le prigioni infernali - prima parte




Loduvic, si svegliò all'improvviso, su uno scomodo letto di pietra, in una specie di grotta sotterranea, buia, piena di muffa, sentiva un indefinito odore pestilenziale, e non riusciva a capire come potesse essere finito in quel terribile luogo, si alzò, si avvicinò ad una piccola porta di ferro, senza serratura, ma non riuscì ad aprirla.
Iniziò a pensare di essere stato rapito e rinchiuso lì, da qualcuno che voleva i suoi soldi, quei soldi, che si era guadagnato con tanta fatica.

Non dovette aspettare a lungo, quella porta si aprì, e  Loduvic, all'improvviso, pensò di essere all'inferno, sì, perché quell'essere davanti a lui,  era terribilmente simile ad un diavolo, quelle corna ricurve, l' altezza enorme, il volto ironico e bestiale.., la voce baritonale, invece, era molto gentile :" Bene, Loduvic, spero che il soggiorno non sia troppo spiacevole, ti ricordi cosa è accaduto?" 

Loduvic, rispose "no, ma se tu sei il diavolo, è chiaro che devo essere morto", l'altro ridendo, gli confermò la sua dipartita e gli chiese se ricordasse qualcosa della sua vita;
L. : " Sì, mi ricordo che ero sposato, e che ho ucciso mia moglie, per incassare l'assicurazione". 
D.: " Bene dunque sai che questo è il luogo giusto per te, ti ritieni un assassino senza scrupoli, dunque meriti questo soggiorno eterno, cosa ne pensi?"

L.: " Francamente, non avrei mai immaginato che esistesse davvero una vita dopo, figuriamoci un inferno, mi sembra molto sleale, non potrei morire e basta?"

D: "No, non posso farti morire, non mi è consentito, vi sono leggi superiori che non lo permettono, il mio compito è farti soggiornare qui, ma non solo, vedi Loduvic, anche l'inferno ha tecnologie molto all'avanguardia, per cui, ti assicuro, che tu capirai quello che hai fatto, sulla tua pelle." 

L.: "Che significa? Non è forse sufficiente che stia chiuso qui in eterno?"

D: "Mio giovane amico, le nostre prigioni, sono un luogo di conoscenza, una scuola, non è il classico inferno con fuoco e fiamme, neppure  assomiglia a quello Dantesco, qui dovrai riabilitarti, capire, comprendere, soffrire, e cambiare..., è la tua unica speranza" . Sono leggi alle quali, non posso sottrarmi, sono parte integrante del famoso gioco tra bene e male..., mi sono impegnato totalmente, comprendi?"

L: "No, non sei forse tu, visto che esisti, che mi hai istigato ad uccidere? Non è forse anche colpa tua?"

D: "Niente affatto, sei tu che hai scelto, dal momento che amavi i soldi, più della vita stessa, adesso è troppo facile scaricare la colpa su di me, voi umani siete proprio tutti uguali, pensate che la colpa sia sempre del diavolo o della fatalità, invece la responsabilità delle vostre azioni è solo vostra".
D.: " Tra poco vivrai in una vita simulata, in cui ti troverai ad essere una donna fragile come tua moglie, vivrai le sue pene, ovviamente con qualche interesse in più, e poi quando ti riporterò qui, mi riferirai ciò che hai provato, in quella vita simulata, non ricorderai chi sei e cosa hai fatto, ti sentirai solo una vittima del destino, una innocente". "In realtà, non lo sei, il tuo cuore è un pozzo nero senza compassione, la tua anima è orrenda, tu non puoi vederti come realmente sei, la mia immagine al confronto alla tua, è  pura poesia". "Sappi, l'odore terribile che senti è il tuo". Ora riposa, presto tornerò."

Se c'era una cosa, oltre ai soldi, a cui Loduvic teneva particolarmente, era proprio il suo aspetto, del resto era sempre stato bellissimo, sin da piccolino, e crescendo, aveva utilizzato efficacemente il potere della sua bellezza, anche se aveva dovuto indossare la maschera, della persona gentile, amorosa, attenta, il suo cuore in realtà non provava compassione, né amore, neppure per le persone che avrebbe dovuto amare, quando a venti anni perse i suoi genitori, fece solo fatto finta di soffrire, in realtà ne era quasi felice, si sentiva finalmente libero, di disporre dei soldi della sua famiglia. Purtroppo nel giro di dieci anni, aveva dilapidato tutto e dovette trovare una soluzione...., sposò Nora, una ricca ereditiera. Storia  molto comune in fondo, quanti giovanotti o signorine, fanno la stessa cosa?
Detestava Il fatto di essere orrendo e puzzolente, adorava il suo aspetto di prima, questo non riusciva proprio ad accettarlo, tuttavia in quel luogo non esistevano specchi, e se si toccava gli pareva di essere esattamente come era in vita.

Dopo queste sue riflessioni, improvvisamente si ritrovò nella grotta ben due diavoli, che stavano trasportando una specie di sarcofago, e dopo pochi attimi si ritrovò chiuso all'interno, poi lo lasciarono da solo.

All'inizio non accadde nulla, la sensazione era molto spiacevole, poi, senza accorgersene si addormentò.


Cari lettori questa è la prima parte della storia, siete curiosi di sapere cosa accadrà?
Bene non vi resta che aspettare la seconda parte....

La seconda parte


4 commenti:

  1. Mefistofelica Angie....

    RispondiElimina
  2. Non ho ancora finito, vedrai che ti sorprenderò in un altro articolo molto azzardato, oltre che nella seconda puntata...non posso trascurare nulla...

    RispondiElimina
  3. Ciao Daniela,
    ho trovato molto piacevole la lettura del racconto, soprattutto perché, almeno come mia impressione ho letto tra le righe come una condanna all'avidità, aspetto che anche io detesto, lo sappiamo tutti a cosa porta, e che mi fa maturare un autentico disgusto nei confronti di chi ne è macchiato. Attendo la seconda parte.
    Un caro saluto.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. L'avidità è una gran brutta cosa, in ogni campo, e certo, hai ragione, tuttavia vi sono anche altri spunti..
      Grazie Nazzareno
      Ricambio volentieri il tuo saluto.

      Elimina